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SALVATORE MUZZI


IL SERVIZIO FORESTALE ATTRAVERSO I SECOLI

V PUNTATA novembre – dicembre 1975


La raggiunta formazione di uno Stato italiano unitario determinò, dal 1861 in poi, il processo di codificazione di tutte le legislazioni esistenti nei vari ex Stati. Anche in materia forestale si dovette procedere alla unificazione delle varie leggi, fino allora in vigore in ciascuno degli antichi Stati, e quindi al riordinamento delle varie Amministrazioni e alla loro fusione in una unica Amministrazione Forestale.

Quest'opera si svolse con una certa lentezza, data la complessità dei problemi che si dovevano affrontare. Intanto dal 1861, proclamazione del Regno d'Italia, al 1870, Roma e il suo territorio (che comprendeva gran parte del Lazio) rimasero ancora avulsi dalla vita nazionale. Nelle province meridionali vigeva sempre la legge forestale del 21 agosto 1826 dell'ex Regno di Napoli; in altre regioni erano in vigore vecchie disposizioni legislative. Per i servizi dell’Amministrazione Forestale si cercò, in un primo tempo, di diramare istruzioni con apposite circolari; via via, furono emanate disposizioni con RR.DD. 21 agosto 1864 n. 1688; 25 agosto 1867 n. 1876; 4 aprile 1869 n. 4993; 20 novembre 1869 n. 5442. La suddivisione del territorio nazionale, nei riguardi dei servizi forestali, era la seguente: Province Napoletane e Siciliane; Marche e Umbria; Lombardo-Veneto; Antiche Province (Piemonte e Liguria); Sardegna; ex Ducati. Nel 1868, con legge 26 agosto, n. 4558, vennero abrogate, negli ex Ducati di Parma e Modena, le disposizioni fino allora in vigore in materia silvana e successivamente, prima della sua unificazione, la legislazione forestale esistente nei territori degli ex Stati subì modificazioni ed emendamenti con provvedimenti legislativi via via emanati. In tal modo, il servizio di sorveglianza e custodia forestale rimase pressoché nelle stesse condizioni anteriori alla unificazione politica del territorio nazionale(1).

In attesa di una nuova legge e di un nuovo ordinamento del personale forestale, subito dopo la proclamazione dell'Unità italiana con R.D. 19 ottobre 1862, n. 1013, si provvide a unificare re divise degli Ufficiali e Agenti Forestali(2) che ancora erano difformi. Gli Ufficiali erano armati della sola sciabola, mentre i Brigadieri e le Guardie avevano in dotazione la carabina a daga baionetta con fodero e relative buffetterie, oltre al « Rewolver » di prescrizione. Anche i movimenti del personale furono disposti dal Ministero in misura notevole, per assestare i servizi nelle varie regioni; naturalmente, questi movimenti furono determinati anche dalle numerose promozioni dovute alle esigenze della nuova situazione, dai collocamenti a riposo, dalle sospensioni o dispense dal servizio. Come tutte le branche della pubblica amministrazione anche quella forestale ebbe una nuova disciplina unitaria, un nuovo indirizzo, una nuova direzione.

Con R.D. 2 agosto 1863, n. 1428 venne riordinato il personale attivo addetto all'Amministrazione Forestale dello Stato con il seguente organico: 1 Ispettore Generale; 13 Ispettori di 1 classe; 26 Ispettori di 2 classe; 120 Guardie Generali 121 Capi Guardia, 225 Guardie; 120 Alunni.

E' da tener presente che alcune regioni nel 1863, non si erano ancora unite al Regno d'Italia, come le province venete e quelle dello Stato della Chiesa mentre quelle meridionali da pochissimo tempo erano sotto la sovranità del nuovo Regno e alcune altre non erano state ancora recuperate dall' Amministrazione Forestale italiana. Infatti, soltanto con il R.D. 1° giugno 1865 fu esteso alle Marche e all'Umbria il Regolamento forestale dello Stato Sardo.

Ma, se il personale forestale dello Stato poteva essere suscettibile di un miglioramento, mediante selezioni e spostamenti di sede disposti dagli organi centrali, altrettanto non poteva dirsi dei Guardaboschi Comunali, i quali in definitiva erano assai più numerosi delle Guardie statali. Interpellanze parlamentari al riguardo, venivano rivolte al Ministro di Agricoltura, Industria e Commercio. Dagli atti della seduta del Senato del Regno del 22 maggio 1869, risulta che il Ministro Minghetti, rispondendo a diversi oratori, cosi si espresse: « Quanto poi alla trascuratezza presente del servizio forestale, oltre che se fosse vera potrebbe imputarsi in gran parte alla varietà delle leggi, alla differenza delle discipline e allo stesso rigore eccessivo di alcune di queste .leggi, che fa sì, che con grande difficoltà possano esser a punto a punto eseguite; pur non di meno mi piace notare essere in questa accusa una grande esagerazione imperocché si rileva dal prospetto dei risultati del Contenzioso forestale dei 4 trimestri del 1868 che nel detto anno sono state fatte e portate davanti ai tribunali 25.154 contravvenzioni. Ora questo risultato mi pare accusar tutt'altro che mollezza, tutt'altro che abbandono, ed io per l'ufficio che occupo in questo momento mi tengo in debito di purgare questo Corpo delle Guardie Forestali dalle accuse che gli furono lanciate ».

Questa situazione discendeva anche dal fatto che lo « status » del personale forestale non era ancor bene definito nel senso unitario, perché questo personale, proveniente da differenti amministrazioni statali, era stato fino allora regolato da differenti norme giuridiche, che riflettevano situazioni di diritti e di doveri, nei rapporti d'impiego, di una certa eterogeneità.

Contemporaneamente, mentre il Ministro Minghetti prendeva le difese del Corpo Forestale dello Stato, le province di Bergamo, Brescia, Como e Sondrio, costituitesi in un Comitato Forestale, trasmettevano al Ministero la seguente deliberazione: « Ritenuto che il malessere lamentato da tutti i nostri boschi proviene dal difetto di custodia; ritenuto che gli attuali Guadiaboschi Comunali, sia per cattiva retribuzione, sia per ignoranza, sia anche per influenze speciali che spesso paralizzano l'azione dei medesimi, trovansi insufficienti ad una buona sorveglianza; ritenuto che in attesa di un nuovo progetto di legge forestale sia del massimo interesse e della massima urgenza il porre un fieno alle malversazioni dei boschi; deliberari che vengano interessate le quattro province dell' alta Lombardia ad attuare un Corpo di Brigate Forestali... ».

Su questo voto, il Ministero ricordo al Comitato come da molti anni l'Amministrazione stesse svolgendo opera attivissima per raggiungere il riordinamento delle Guardie Forestali e della riunione di esse in Brigate e pertanto il Comitato avrebbe dovuto opportunamente prestare il suo concorso presso le Prefetture affinché la riforma potesse essere accettata ed attuata.

Con R.D. 20 novembre 1869, n. 5442 venne approvata la nuova uniforme per gli Ufficiali, Sottufficiali e Guardie Forestali. La vecchia divisa del 1862 si appalesò, in pratica, troppo costosa e troppo appariscente e pertanto fu ritenuto opportuno prescriverne una nuova più semplice e meno dispendiosa da entrare in vigore a partire dal 1° gennaio 1870, mentre quella vecchia fu stabilito di tollerarla fino a131 dicembre 1872(3).

In data 30 giugno 1870 veniva approvata una nuova Circoscrizione territoriale dei Ripartimenti Forestali, che vennero fissati in numero di 40 con 240 Distretti Forestali alle loro dipendenze. Dopo il 1870, allorché con R.D. 31 gennaio 1871 furono estese alla provincia di Roma le disposizioni relative all'Amministrazione Forestale, il numero dei Ripartimenti fu portato a 4I e quello dei Distretti a 241.

***

Come il lettore avrà potuto rilevare, nella trattazione del tema in argomento, si è dovuto necessariamente fare assai spesso riferimento alle leggi o norme che regolavano, nelle varie epoche e nei vari Stati italiani, la materia silvana. Ciò, perché il servizio di sorveglianza e custodia forestale era - ed è - una conseguente applicazione dei dispositivi contenuti nelle stesse leggi o norme. Giunti, in questa cronologica esposizione, all'epoca in cui il servizio di vigilanza o, per maggiore precisIone, il servizio forestale venne per la prima volta unificato in 1talia, in relazione alla unità politica raggiunta dal nuovo Stato italiano e reso quindi omogeneo e più importante, si delinea la necessità, ed anche l'opportunità, di accennare o fare riferimento a tutta l'Amministrazione forestale italiana, al suoi ordinamenti, alla preparazione specifica del suo personale. In altri termini, il servizio di sorveglianza e custodia forestale e coloro che vi erano preposti non possono essere rappresentati isolatamente, come indipendenti e avulsi dall'Amministrazione cui appartenevano e di cui erano parte integrante. Non è quindi possibile parlare esclusivamente del servizio stesso prescindendo dalla sua matrice, l'Amministrazione, e dal personale delle categorie superiori che, con la sua azione direttiva ne costituiva - e ne costituisce - il tessuto connettivo.

E' ormai noto che, in passato, dopo le grandi deforestazioni verificatesi nel medio evo, i servizi forestali tendevano esclusivamente alla conservazione del patrimonio silvano e a far i rispettare i diritti di proprietà; in rari casi, come nelle foreste statali della Repubblica Veneta, la selvicoltura veniva praticata, ma con metodi empirici, senza una profonda base scientifica. Il personale forestale dirigente ed esecutivo - come del resto quello di tante altre branche della pubblica amministrazione - aveva quindi, ed eccezionalmente, una limitata preparazione teorica, avvalorata anche dal fatto che le « cariche » forestali erano, in genere, conferite per censo e non per competenza; mentre il personale addetto ai servizi di custodia era in maggior parte analfabeta o quasi. Ma, quando, tra la fine del XVIII e il principio del IX secolo, gli studi forestali cominciarono ad affermarsi in Europa e le teorie di una selvicoltura e di una nuova economia silvana ad essere messe in pratica, anche le amministrazioni degli ex Stati italiani cercarono di assumere via via personale più qualificato. Appare quindi evidente che in questa lenta ma continua trasformazione di uomini e di istituti non soltanto influirono i nuovi apparati legislativi in relazione a nuove esigenze economiche, ma anche l'evoluzione di dottrine e teorie che, in materia silvana, trovavano principale fonte di applicazioni negli organismi statali a ciò preposti.

Allorché, nel 1861, fu proclamato il nuovo Stato unitario italiano, quale istruzione e quale specifica cultura possedevano gli Ispettori o Ufficiali forestali, i graduati e le Guardie? E' da tener presente che nel Piemonte, come in molti altri ex Stati italiani, l'amministrazione forestale dipendeva dal Ministero dell'Interno; il Ministero di Agricoltura, Commercio e Industria fu istituito con R.D. 5 luglio 1860, n. 4192. Il basso personale addetto ai servizi di sorveglianza dei boschi veniva reclutato con lo stesso sistema usato per i gabellieri, guardie doganali ecc.; gli Ufficiali provenivano in gran parte da famiglie facoltose che in provincia avevano vasti possessi di terre, e in minima parte da giovani che avevano frequentato corsi di agrimensura o di materie attinenti. Anteriormente alla legge del 1833, la nomina ad Ufficiale forestale era quasi un incarico onorifico, perché soltanto coloro che fossero in possesso di rendite personali potevano sostenere decorosamente le spese del rango, in quanto glI emolumenti erano più che modesti. Via via, però, la situazione cambiò e, con il citato R.D. 2 agosto 1863, n. 1428, il personale ebbe un nuovo assetto. Anche le innovazioni portate dalla vicina Francia nella sua amministrazione forestale influirono notevolmente in Italia. La Francia, che si reggeva a Stato unitario da secoli, aveva risolto da lungo tempo le grandi questioni forestali, che si affacciavano per la prima volta nell'Italia unificata all'esame degli organi competenti. Omettendo di parlare delle vecchie istituzioni forestali francesi, che risalivano alla famosa « Ordonnance» del Colbert, ai tempi di Luigi XIV, nel 1825 la Francia aveva fondato a Nancy la famosa Scuola Forestale che s'innestò sulle teorie del Duhamel e del Thierrat, fino poi a giungere a quelle del Demontzey che per un certo periodo ne fu il direttore.

Si verificò, quindi, nel 1861, che tre forestali italiani, delle province piemontesi, si recassero alla Scuola imperiale forestale di Nancy, come allievi esterni, mentre, con D.M. 3 maggio 1861, i primi posti vacanti per Capo-guardia venissero conferiti previo concorso. Erano i primi sintomi di un orientamento verso una base di preparazione e di selezione per le nomine nell'Amministrazione forestale italiana. Necessitavano però, anche in Italia istituti per l'istruzione del personale forestale specialmente dopo che, tra il 1865 e il 1868, altre regioni si erano politicamente unite allo Stato italiano. Con la legge del 7 luglio 1866, la foresta di Vallombrosa e la secolare abbazia furono incamerate dallo Stato e qualcuno pensò di utilizzare questi due beni per l'istruzione del personale(4). L'idea trovò molti ostacoli perché la Direzione del Demanio, da cui dipendevano, si era orientata per la loro vendita, avendo il nuovo Stato necessità ai impinguire le sue casse per far fronte a tanti impellenti oneri finanziari. Al fine, prevalse la proposta di far svolgere a Vallombrosa un corso trimestrale di studi. Il 1° ottobre 1867, vide quindi l'inizio il primo corso d'istruzione forestale in Italia presso quella bella e ben conservata foresta che ebbe per lunghi anni un suo cultore e amministrazione nell'eminente Abate Vallombrosano Don Luigi Antonio Fornaini (1756-1838), dotto e appassionato monaco(5), esaltato dal Pavari nel 1938, nel centenario della sua scomparsa.

Il corso ebbe la durata di circa tre mesi e mezzo; ad esso parteciparono 21 alunni, che sostennero, al termine, due prove scritte e una orale. I primi otto in graduatoria furono nominati Capo Guardie e agli altri furono conferite le funzioni di Brigadieri.

L'idea di una scuola forestale italiana si andava maturando. Ai primi del 1869, fu nominato Ministro di Agricoltura, Industria e Commercio Marco Minghetti, il quale comprese subito l'importanza di una istruzione forestale in Italia e affidò a Luigi Luzzatti, allora Segretario Generale del Ministero, l'incarico di studiare un provvedimento per la creazione di un Istituto Forestale a Vallombrosa. La Foresta, intanto, con i terreni e i fabbricati annessi, passò dalla Direzione del Demanio all'Amministrazione Forestale, che ne assunse la direzione tecnica ed economica, sempre per conto del Demanio(6). Con R.D. 4 aprile 1869, n. 4993, fu approvato il Regolamento per l'impianto dell'Istituto Forestale, promosso dà! Minghetti e realizzato dal Luzzatti. La durata del corso di studi era triennale; l'insegnamento comprendeva « .. non solo la scienza forestale in tutte le sue parti, ma anche la pratica forestale... »; ed a tale scopo era annessa al R. Istituto la foresta, che era amministrata (art. 2) dalla Direzione della Scuola. Gli alunni dell'Istituto dovevano pertanto attendere a la amministrazione della foresta. Il Regolamento, molto dettagliato, stabiliva i programmi d'insegnamento(7) per ciascuno dei tre anni, l'inizio dell'anno scolastico 1° novembre e il termine al 31 agosto; la nomina dei professori con Decreto reale su proposta del Ministro di Agricoltura, industria e commercio e a preferenza scelti nel Corpo Forestale (art. 6). Gli Ufficiali forestali, nominati professori o assistenti, godevano dello stipendio annesso al loro grado, e di una indennità annuale; gli alunni si dividevano in ordinari (per un massimo di 40 posti) e in straordinari, nel numero consentito dalla disponibilità dei locali. L'ammissione era concessa ai giovani dai 18 ai 22 anni, i quali dovevano sotto-porsi ad un esame di cultura generale. 11 Ministero poteva autorizzare anche brigadieri e guardie governative a presentarsi all'esame di ammissione e a partecipare ai corsi come alunni ordinari, senza tener conto dell'età. Tutti i posti di Capo- guardia nell' Amministrazione Forestale erano riservati agli alunni ordinari dell'Istituto. La ginnastica e l'istruzione militare erano affidate ad un brigadiere forestale, particolarmente idoneo.

Il 15 agosto 1869 ebbe luogo la solenne inaugurazione dell'Istituto con l'intervento del Ministro dell'Interno On. Ferraris dei Segretari Generali dei Ministeri degli Esteri, dei LL.PP. e dell' Agricoltura (Luzzatti), di parramentari1 di alti funzionari del Ministero, degli Ispettori Generali Forestali e di altre autorità. II Ministro dell' Agricoltura non potè intervenire perché ammalato. Il primo Direttore dell'Istituto fu l'eminente forestale Adolfo di Berenger. Il Regolamento dell'Istituto stesso ebbe, in seguito, alcune modificazioni, di cui si farà cenno. Nei primi anni di funzionamento, l'Istituto incontrò notevoli difficoltà: mancavano testi scolastici italiani e il materiale scientifico-didattico; i professori dovevano far scrivere le loro lezioni, che venivano poi dettate agli alunni dagli assistenti, poiché la letteratura forestale italiana era pressoché Inesistente; i fondi per l'acquisto di opere per la costituenda biblioteca e per i materiali di laboratorio erano assai scarsi.

(continua)


(1) Tuttavia, spesso accadeva che gli Agenti Forestali fossero chiamati a coadiuvare, in determinate circostanze gli organi preposti alla pubblica sicurezza e agli accertamenti fiscali. Ad esempio, allorché la legge 7 luglio 1868, n. 4490 impose una tassa sulla macinazione dei cereali, l art. 71 del Regolamento per l'applicazione della tassa stessa (R.D. 19 luglio 1868 n. 4491} prescriveva: « Gli Agenti della Finanza e le Guardie doganali, nonchè i RR. carabinieri, gli Uffiziali e le Guardie di P. S. e le Guardie Forestali accerteranno le contravvenzioni al disposto della Legge e del presente Regolamento, nel modo e nelle forme prescritte degli articoli 88, 89 a 90 del Regolamento doganale, approvato con Legge 21 dicembre 1862 ».

(2) Il Regolamento per l'uniforme degli Ufficiali e Agenti Forestali, approvato con il R.D. citato, stabiliva, tra l'altro: Art. 1 - Gli Ufficiali e Agenti dell'Amministrazione Forestale dal 1° gennaio 1863 debbono, nell'esercizio delle loro, funzioni, portare le armi loro distribuite e vestire l'Uniforme prescritta. Art. 2 – L’uniforme e a carico del singoli Ufficiali e Agenti.

(3) L'art. 9 del citato R.D. prescriveva: « Tugli gli Ufficiali, Brigadieri e Guardie dell'amministrazione forestale dello Stato; in attività di servizio sono obbligati ad indossare sempre la loro divisa prescritta dal par. 1 del presente Regolamento. Gli Ispettori Generali solo allorché sono nello esercizio delle loro funzioni ».

(4) Cfr. 5. Muzzi - Vallombrosa e la selvicoltura da «L'Abbazia di Vallombrosa nel pensiero contemporaneo ». Stab. PoI. Belforte, Livorno, 1953.

(5) Don L.A. FORNAINI - Saggio sopra l'utilità di ben conservare e preservare le foreste.

(6) Con la legge 20 giugno 1871, n. 283, la Foresta di Vallombrosa fu dichiarata inalienabile, unitamente ad altre foreste statali, e passata in amministrazione al Ministero Agricoltura.

(7) Nei tre anni d'insegnamento erano ripartite le seguenti materie: aritmetica e algebra; geonomia, climatologia e dendrologia; lingua italiana; principii di lingua tedesca; geometria pura e trigonometria; entomologia forestale; fisiologia e patologia, selvicoÌtura naturale e artificiale; dendrometria; chimica e tecnologia forestale; elementi di agricoltura; conservazione boschiva e azienda; geometria descrittiva, meccanica e geodesia: architettura civile, stradale e idraulica in rapporto all'arte forestale; legislazione e giurisprudenza forestale; ordinamento amministrativo forestale.